L’Osservatorio di Monte Muto

Per meglio illustrare l’Osservatorio esistente su Monte Muto, si riporta uno studio del Prof. Michele Giugliano, pubblicato sull’Almanacco del Medio Volturno del 1981. Seguono il testo e alcune illustrazioni.

Forse non tutti sanno che nel convento di S. M. Occorrevole, su Monte Muto (Piedimonte Matese), esiste un Osservatorio meteorologico-astronomico, fondato da B. Caso nel 1875.

Fu dotato di diversi strumenti, fra i quali un barometro, termometri, anemometro, pluviometro, sismografo, meridiana, un cannocchiale terrestre e, nel 1912, anche di un cannocchiale astronomico-terrestre.

Funzionò fino al 1940 circa.

Solo il cannocchiale astronomico-terrestre rimase sempre inattivo, anche perché il suo corretto uso richiedeva una cupola girevole che il Comune non fece mai costruire per ragioni economiche.

Nel 1949 (24 febbraio) il Comune inviò la maggior parte degli strumenti (circa venti) all’Ufficio Centrale di Meteorologia ed Ecologia Agraria di Roma, per riparazioni.

Da allora non sono più rientrati.

Restarono solo la meridiana e i cannocchiali.

Importante per quell’epoca, il cannocchiale astronomico-terrestre è di fabbricazione tedesca (Steinheil in München), ha distanza focale dell’obiettivo f1 = mm 1.404, quella dell’oculare f2 = mm 27 e quindi ingrandimento visuale g = 52.

Il Cannocchiale astronomico-terrestre, montato sull’equatoriale. (Foto G. Palumbo

È dotato di montatura parallattica (o equatoriale) del tipo tedesco e quindi dovrebbe poter seguire, mediante un congegno ad orologeria, il moto apparente di un astro da oriente ad occidente.

Ma il sistema ad orologeria è guasto.

Possiede, inoltre, due cerchi graduati che servono per la misura delle coordinate astronomiche degli astri (ascensione retta oppure angolo orario e declinazione oppure distanza polare).

La meridiana, a differenza del cannocchiale, rese un utile servizio, perché servì ad indicare l’ora solare a tutto il Medio Volturno.

Ogni giorno, quando il sole stava culminando sul meridiano locale (l4° 22′ 8″ di Long. Est circa), un fascio di raggi penetrava attraverso un foro praticato nel muro e dava un’immagine del Sole a contorni sfumati sopra un marmo orizzontale, avvicinandosi ad una linea retta (detta linea meridiana, avente direzione Nord-Sud) tracciata su esso. Dopo circa venti anni dall’invio degli strumenti, finalmente, intorno al 1970, il suddetto Ufficio Centrale di Meteorologia di Roma inviava all’Osservatorio di Monte Muto una capannina meteorologica, provvista di sostegni, e un pluviometro, anch’esso provvisto di sostegno. Dopo poco, al momento della culminazione del sole, l’immagine stava esattamente sulla linea meridiana e diventava nitida e a contorni netti: era il mezzogiorno solare.
In quell’istante un frate sventolava da una finestra una bandiera tricolore (ancora conservata all’Osservatorio) e subito un frate laico sul campanile, alla vista della bandiera, metteva in funzione la campana, la quale comunicava il mezzogiorno solare all’intera vallata del Medio Volturno. Anche in assenza di Sole la campana annunziava ancora il mezzogiorno, ma l’ora veniva letta sopra un grosso orologio a pendolo (ancora esistente, ma fermo).

Osservatorio di Monte Muto: (da sinistra) Pluviografo,
capannina meteorologica e cannocchiale terrestre. (Foto di G. Palumbo).

Infatti, più tardi, il 17-9-1974 pervenne all’Osservatorio, sempre proveniente dal suddetto Ufficio Centrale di Roma, un pacco contenente i seguenti altri strumenti ed istruzioni:

  • Termo­igrografo,
  • pluviografo,
  • heliofanografo,
  • termometro a massima,
  • termometro a minima,
  • imbuto per pluviografo,
  • portatermometri, senza supporto base,
  • istruzioni per la lettura dei termometri,
  • schede, registro e istruzioni per la loro compilazione.

Così veniva praticamente ripristinato, almeno parzialmente, l’osservatorio, con apparecchi nuovi.

Ma ancora per alcuni anni questi apparecchi dovevano restare inattivi, perché solo nel febbraio del 1977 vennero i tecnici, non dall’Ufficio Centrale di Meteorologia di Roma, ma dalla Sezione Autonoma del Genio Civile per il Servizio Idrografico di Napoli, per installare gli strumenti e renderli così funzionanti.

Finalmente cominciarono anche le osservazioni. I dati rilevati venivano e vengono tuttora inviati alla suddetta Sezione Autonoma del Genio Civile di Napoli. Direttore ed Osservatore dell’Osservatorio, fin dalla data di ripristino, ne è padre Nicola Borretti.

Egli invia, settimanalmente, le cartine contenenti i diagrammi del pluviografo e del termoigrografo; trascrive i dati rilevati, comprese le temperature massima, minima e media della giornata ed alcune osservazioni sul tempo, su apposito registro e, ogni mese, invia anche l’estratto delle osservazioni mensili. Non è necessario illustrare nei particolari la grande importanza di un Osservatorio nel Medio Volturno, perché oggi chiunque è a conoscenza dell’immenso beneficio che le stazioni meteorologiche arrecano, specialmente all’agricoltura.

Desidero invece rivolgere un appello alla Regione, al Comune di Piedimonte Matese (di cui fui Consigliere) e alle Comunità Montane del Medio Volturno, affinché vogliano prendere tutte le opportune iniziative intese a migliorare il nostro Osservatorio. Per la parte meteorologica il convento di S. M. Occorrevole è luogo ideale, ma è necessario ristrutturare gli ambienti e fornirli di tutti i mezzi necessari.

Occorre incrementare la dotazione di apparecchi, aggiungendone altri:

  • termometro asciutto,
  • termometro bagnato,
  • psicrometro,
  • barometro a mercurio,
  • barografo,
  • anemografo,
  • nivometro,
  • evaporimetro,
  • lucimetro e anche un
  • sismografo, dal momento che la nostra zona è ormai sismica.

Per la parte astronomica il convento di S. M. Occorrevole non è adatto, e neanche monte Muto o i monti circostanti, perché l’orizzonte è ostruito dalla presenza di montagne troppo alte.

Il luogo ideale sarebbe Monte Miletto che è il più alto nella zona (altezza m. 2.050 sul l.m.); ma anche Monte Gallinola, che è il secondo in altezza (m. 1.923) sarebbe adatto. Infatti i 127 metri di differenza fra i due monti sono visti da monte Gallinola, che è a meno di 5 Km in linea d’aria dall’altro, sotto un angolo visuale molto piccolo (circa 2°, trascurando gli errori dovuti alla rifrazione atmosferica), e anche sul piano dell’orizzonte apparente monte Miletto è sotto un angolo visuale abbastanza piccolo (circa 6°). Quindi l’orizzonte apparente di monte Gallinola è praticamente libero.

Ovviamente l’Osservatorio Astronomico (del Matese) dovrebbe avere cupola girevole ed essere dotato di moderni apparecchi (telescopio, ecc.) per le osservazioni, non essendo assolutamente più proponibile il vecchio cannocchiale di monte Muto, ormai appartenente alla Storia dell’Astronomia. Cose belle, ma anche cose utili, anzi indispensabili per la vita di oggi. Con questo appello l’ASMV si rende ancora una volta promotrice di miglioramenti delle condizioni di vita della nostra terra, con la speranza che gli Enti interessati vogliano rispondere con uguale slancio d’affetto.

Osservatorio di Monte Muto – d

(Aggiunte allo studio pubblicato dal prof. Michele Giugliano sull’Almanacco del Medio Volturno del 1981)

Elenco dei direttori dell’Osservatorio di Monte Muto (da un quadro a muro):

  • Padre Francesco Denza (14 ottobre 1875);
  • Prof. D. Andrea Maciocio;
  • Prof. D. Pietro Del Prete (fino al 20-01-1914);
  • P. Ermenegildo Lupoli O. F. m (Ordine dei frati minori), dal 20-01-1914 fino al luglio 1914;
  • Dal luglio 1914 fino al 1929 l’Osservatorio fu diretto da vari religiosi, fra cui P. Bonifacio Bovenzi (annunciava con la bandiera il mezzogiorno solare e un frate laico suonava la campana);
  • P. Davide Massarelli, dal 1929 al 1932;
  • Dal 1932 l’Osservatorio fu retto da vari religiosi, fra cui P. Girolamo Cioffi e P. Silvestro Grimaldi;
  • Dal 1944 fino al 1974 vi fu un’interruzione dell’attività dell’Osservatorio (anche a causa della guerra);
  • Dal 1974 l’Osservatorio fu ripristinato, e diretto da P. Nicola Borretti.

Padre Francesco Denza

P. Denza (Napoli, 1834 – Roma, 1894), religioso barnabita, astronomo e meteorologo, fu il fondatore (1856) e direttore dell’Osservatorio di Moncalieri, al quale venivano inviati i dati dell’Osservatorio meteorologico di Monte Muto in Piedimonte d’Alife, fino al 1940 circa.

Denza riorganizzò e diresse anche la specola del Vaticano (1891-1894). Fu collaboratore di Schiaparelli.

Pubblicò: 1) Le armonie dei cieli (1876); Leggi delle variazioni dell’elettricità atmosferica, Torino 1879.

A Denza si deve anche la costruzione e sistemazione della meridiana dell’Osservatorio meteorologico di Monte Muto, di cui fu il primo direttore, dal 14 ottobre 1875.

Denza calcolò le seguenti coordinate geografiche e magnetiche dell’Osservatorio di Monte Muto:

  • 1° 55’ Long. Est dal meridiano di Monte Mario;
  • 41° 22’ 21” Lat. Nord;
  • altitudine: m 579 sul l. m. (dal pozzetto del barometro);
  • 11° 10’ Decl. Magn. Occ. 1878;
  • 57° 27’ Inc. magn. Bor. 1878.

Nota
Calcoli più recenti, eseguiti dall’Ufficio centrale di Meteorologia e di Ecologia agraria di Roma, ricevuti dall’ASMV nell’ottobre 1968, danno per l’Osservatorio di Monte Muto le seguenti coordinate geografiche:

  • 1° 55’ 20” Long. Est dal meridiano di Monte Mario (Roma);
  • 41° 21’ 25” Lat. Nord.

Osservazione
Le coordinate geografiche correnti di Piedimonte Matese sono:

  • 14° 22’ 8”,04 Long. Est, rispetto al meridiano fondamentale di Greenwich (Londra);
  • 41° 21’ 6”, 48 Lat. Nord.

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