Matese

Il Parco del Matese si estende tra le regioni del Molise e della Campania, abbracciando un’area di straordinaria varietà paesaggistica e ricchezza ecologica. I suoi confini comprendono numerosi comuni appartenenti alle province di Isernia, Campobasso, Caserta e Benevento, e si sviluppano lungo la dorsale appenninica centrale, offrendo uno scenario montuoso che alterna ampie vallate, altopiani carsici, sorgenti e corsi d’acqua. Il cuore del parco è rappresentato dal massiccio del Matese, un insieme di rilievi che culminano con il Monte Miletto (2.050 metri), la cima più elevata dell’intero Appennino sannita. Altri rilievi importanti includono la Gallinola e il Monte Mutria, entrambi scenari privilegiati per escursionisti, naturalisti e appassionati di paesaggi incontaminati. La varietà morfologica del territorio si riflette in un mosaico di ecosistemi che spaziano dalle faggete secolari alle praterie montane, passando per ambienti umidi e grotte sotterranee di origine carsica.

Il paesaggio del parco è fortemente influenzato dalla presenza di specchi d’acqua naturali, tra cui spiccano il Lago del Matese e il Lago di Gallo. Il primo, situato ai piedi del Monte Miletto, è il più alto lago carsico d’Italia e costituisce una tappa fondamentale per gli uccelli migratori e per le attività di studio della biodiversità acquatica. Le sue acque ospitano specie ittiche autoctone e sono circondate da habitat di grande valore ecologico. Il Lago di Gallo, più a valle, presenta caratteristiche simili e contribuisce alla regolazione delle acque e alla biodiversità locale. L’intero sistema idrografico del Matese, con fiumi come il Titerno e il Tammaro, svolge un ruolo essenziale per la flora e la fauna del parco, oltre che per le comunità agricole e pastorali che ancora oggi vivono in armonia con il territorio.

Sul piano naturalistico, il Parco del Matese rappresenta un vero scrigno di biodiversità. Tra le specie animali che popolano i suoi boschi figurano il lupo appenninico, simbolo della resistenza ecologica della fauna selvatica italiana, l’aquila reale, sovrana dei cieli montani, e la salamandra pezzata, spesso presente nei luoghi più umidi e ombrosi. La fauna comprende anche cervi, volpi, faine, cinghiali e numerose specie di rapaci notturni e diurni. La flora, anch’essa varia e protetta, annovera esemplari di faggio, cerro, acero, tasso e agrifoglio, oltre a numerose piante officinali e rare endemismi. Il parco, per la sua estensione e diversità altitudinale, offre condizioni ideali per l’osservazione scientifica, la fotografia naturalistica e l’educazione ambientale, rappresentando un laboratorio a cielo aperto per studiosi e appassionati di ecologia.

Il valore del Parco del Matese non si esaurisce nella sua dimensione ambientale. La storia del territorio è segnata da una continua presenza umana che risale all’età preistorica. Numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di insediamenti sanniti, il popolo italico che dominava queste montagne prima dell’avvento dei Romani. I resti di mura megalitiche, necropoli e antichi percorsi di transumanza parlano di un legame profondo tra uomo e natura, fatto di resistenza, adattamento e conoscenza del territorio. In epoca romana, la zona mantenne un ruolo strategico come area di passaggio e controllo, come dimostrano le tracce di strade e accampamenti. Ma è durante il Medioevo che il Matese assume un nuovo volto: borghi fortificati, castelli e chiese romaniche sorgono sulle alture, spesso in posizione panoramica, fungendo da centri religiosi, militari e culturali. I centri storici di San Gregorio Matese, Cusano Mutri e Guardiaregia conservano ancora oggi tracce di questo passato.

Il parco è anche custode di un ricco patrimonio immateriale: tradizioni orali, feste religiose, antichi mestieri e gastronomia locale riflettono un’identità culturale forte e radicata. Le attività agro-pastorali, praticate per secoli secondo metodi sostenibili, hanno modellato il paesaggio, creando una rete di sentieri, tratturi e rifugi che oggi costituiscono un valore aggiunto per il turismo lento e consapevole. Il caciocavallo del Matese, il tartufo nero, i funghi porcini e le erbe spontanee sono solo alcuni dei prodotti tipici che arricchiscono l’offerta enogastronomica del territorio. Diverse associazioni locali si occupano di mantenere vive le tradizioni e di promuovere la conoscenza del patrimonio attraverso eventi, visite guidate e percorsi educativi.

Oggi il Parco del Matese si presenta come un territorio in cui la dimensione naturale, storica e antropologica si intrecciano in modo armonico. Il suo riconoscimento come area protetta rappresenta un passo importante verso la tutela e la valorizzazione di un ecosistema complesso e fragile, che merita attenzione, studio e rispetto. È un luogo dove è possibile ritrovare un contatto autentico con la natura e con la memoria dei luoghi, lontano dai ritmi frenetici della modernità. Per studiosi, escursionisti, educatori e semplici viaggiatori, il Matese offre una molteplicità di percorsi, esperienze e suggestioni che parlano di un’Italia nascosta e preziosa, ancora tutta da esplorare.

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