Poesie di Pasquale Marco Fetto
Edizioni A.S.M.V
2000
PREFAZIONE
Una intima tensione poetica, filtrata dall’esperienza di vita, alita nelle espressioni riflesse della sensibilità e dell’immaginazione di Pasquale Marco Fetto per la personale dimensione psicologica che assume nel volumetto dal bel titolo simbolico “L’unica rosa” la corposità verbale dei versi come prolungamento e dilatazione del proprio percepire lontano dallo snobismo letterario. Il Fetto impianta processi creativi che scaturiscono con piacevole spontaneità e schiettezza dal cuore, non offuscati da orpelli inutili o da inquinamenti, ma dànno il senso delle sue espansioni emotive con la trasparenza del vero di un interno che è possibile esplorare penetrando nei suoi segreti attraverso le fresche immagini. Nella sua “musa rovente” di umori e di fermenti fanno da padrone dati genuini come “sentimenti – preghiera e l’universo” e il suo messaggio si articola in questi tre indicativi raggruppamenti tematici per un possibile itinerario speculativo che fa sentire l’unità segreta degli elementi e fa intravedere quanto sta al di là dell’esistente.
In una gamma complessa di notazioni palesa con un multiplo canto la sua visione dell’amore, essenziale e perenne sentimento dell’uomo. Gli istanti dominati dal godimento di stare insieme e di scambiare i segni tangibili di un saldo e concreto amore attraverso le pulsioni dell’affetto, che accende i desideri, creano l’esigenza immensa e insaziata di comunicazione. In pieno rilevo si afferma nell’analitica dell’amore la tensione dell’incontro con l’altra in un’atmosfera impareggiabile e si anima la congenita necessità di comunicare. Si ritrova la categoria della relazione, perché la vita è relazione, relazione di amore che non distrugge il tu dell’altro, ma lo valorizza nella trasmissione “ridestando il mondo perduto”, in cui immergersi attratti e idealmente riconoscersi per il reciproco donarsi. Poesia e realtà si fondono nella forza significazionale dell’amore.
Il Fetto sente pulsare in sé l’amore, che divampa intenso, e attesta il profondo rispetto per lei, senza che il tempo nel suo impaziente fluire vi abbia gettato la sua sottile cortina di nebbia. Così vive il suo rapporto amoroso con integrale consapevolezza e con il suo fino e intelligente gusto realizza il suo sogno. “Dio è amore” ha affermato l’evangelista Giovanni e la voce del cuore e della mente desidera colloquiare con Lui. La preoccupazione di vivere insieme in una gioiosa unificazione di amore e di ostinata fiducia trova accenti di desiderio per cui eleva palpitanti preghiere dal dolce sussurro che coinvolgono la sfera spirituale e reale in un profumo d’eterno. Emerge una sequela di suppliche ricche di motivi tramite vivide immagini. Dio, una presenza che domina e si esprime totalmente nel mondo, si respira nella dimensione cosmica e nella necessità dell’uomo di possederlo nella sua inadeguatezza con una lacerante postulazione.
La partecipazione amorosa alle bellezze dell’universo circoscritto con pochi tocchi presenta quanto di più soave offre la natura così varia e suggestiva. La semplicità della poesia di Pasquale Marco Fetto è istantanea illuminazione che si innalza all’improvviso dalla realtà, la interroga, la osserva e la spiega per limpida e sentita ispirazione. È come uno specchio fedele, che riflette innanzitutto se stesso e i suoi giorni, sa ritrovare il gusto del tangibile e il chiaroscuro degli avvenimenti quotidiani. Questo autobiografismo con le nitide osservazioni delle varie tappe della vita tiene unito in sé la complessità dei sentimenti, il loro essere e la mistica dell’Invisibile.
Salvatore Moffa
Splendidamente
Splendidamente
dissolvi il buio,
illumini il viso
in trasparenza d’animo;
dissipi ombre
al riflesso della verde iride,
tenero prato
fiorito di giacinti e viole.
Splendidamente
ridoni l’armonia
a cuori inquieti
in sottile declino.
Splendidamente
sei purezza e verità
pregio e cortesia
nella dura indifferenza.
Ho mirato il mondo coi tuoi occhi
e ho visto linfe dar vita
ai colori del tramonto,
la brezza lambire primule
annodate nei crini di fanciulle innamorate,
granire spighe d’oro tra papaveri e miglio,
grida farsi canto nel dolore,
fiorire spini col sangue della Croce.
Ho mirato il mondo coi tuoi occhi
e ho visto uomini pregare
sulle deserte tombe dei padri,
servi alla mensa del padrone,
rigide coscienze cercare l’Infinito,
campi minati resi ai bambini
con una gamba sola.
Ho mirato il mondo coi tuoi occhi
e ho visto naufraghi
vincere onde avvolgenti
che mordono la schiena,
brillare astri d’argento
nel cielo scuro della notte,
occhi stupiti della fame
sorridere sul letto della morte.
Ho mirato il mondo coi tuoi occhi
e ho vagato solitario
naufrago nella tua acqua invisibile.
Quando rosseggia l’aurora
Quando rosseggia l’aurora
e l’incanto della notte
finisce nella luce del sole,
che avvampa la rugiada
su gigli e rose in boccio,
è più facile svelarti il mio cuore.
Allora schiuderai gli occhi,
i miei pensieri si riempiranno
con la melodia del tuo nome
e l’armonia della tua preghiera,
custode dei desideri
placati nella luce di Dio.
Allora le parole fluiranno
come pioggia liberata dal vento
sul tremore delle tue labbra,
piccolo fiore di pace,
avvinto a sussurrare
alle rose del tuo paradiso.
Le ore segrete della notte
deporranno i capricci
ai piedi delle loro penitenze,
la mia mente assorta
lavorerà d’inchiostro
con segni e colori
del tuo umile cuore.
Donami passi più lievi, Signore
Donami passi più lievi, Signore,
perché raggiunga i tuoi orizzonti
prima della notte.
Rischiara le oscure caverne del mio cuore
e bruciane i segreti.
Solleva la mia fede,
battuta dalle onde
nella sua stretta calanca,
finché ritrovi l’immensa dolcezza
racchiusa nella cintura del cielo.
Dammi l’estensione del pensiero
a capire respiri e forme, nate
e morte nella tua gloria;
vastità d’amore
per le tue creature nel bisogno.
Assopita nella brezza,
l’anima è nell’attesa del dolore,
promosso alla mia redenzione;
il mio volto è aperto a rinascere
sulle rive del nuovo giorno,
nell’infinita elevazione della tua grazia.
Ha tristi note la luna stasera
Piccolo fiore di campo,
il tuo aroma silvano si perde
nel cuore verde dei faggi.
Umile nella composta infiorescenza,
accogli api e farfalle
che danzano
al brivido del sussurro.
La festa dei colori scintilla
al tocco dei raggi del sole;
poi, brunita nell’ombra del crepuscolo,
è sospesa.
Rinascerà domani
nell’alba del mattino.
dietro le nubi del vento.
Con me, viandante
Con me, viandante,
è un volto senza tempo
che vaga nella cattura del sole.
Innalzo pensieri alla luna
con un vuoto di energia
che ha senso