È la vallis Prate di tanti documenti medievali. La Valle s’intitolò «Agricola» il 26 luglio 1863, e quest’anno 1979 «Matesina». È abitata fin dalla protostoria italica da pastori sanniti saliti da Prata.
Essendo parte integrante della baronia di Prata, non compare con clero proprio nelle Ratione decimarum, ma il fatto che forse non aveva ancora una parrocchia autonoma non deve far pensare all’assenza di chiese e di ecclesiastici. La data sul fonte battesimale, A.D. 1574, tanto può indicare la prima erezione, quanto un rifacimento. Ma sicuramente la chiesa di San Sebastiano ha origine più antica[1].
Della chiesa dedicata a San Nicandro si fa cenno altrove; altre chiese sono: la parrocchiale di San Sebastiano di Narbona, il nobile ufficiale di corte scoperto cristiano, saettato e poi decapitato sotto Diocleziano. Sull’architrave della porta laterale pare si legga 1130, ma essendo scritto a numeri arabi è da escludersi, e la data deve riportarsi al 1730. È evidente che la chiesa attuale, arcipretale e recettizia, verso la fine del ‘500 fu edificata su un’altra medievale; la facciata è del 1859.
L’Annunziata, sulla via vecchia per Prata (l’unico accesso al paese fin quando fu costruita la carrozzabile per Ailano), teneva annesso l’ospedale, ed è dedicata alla Santa Croce. Questo titolo fu trascurato quando assunse la funzione ospedaliera; è comunque ricordato dall’iscrizione:
HAEC… SANCTA CRUX AB UNIVERSITATE FUIT ERECTA A FUNDAMENTIS AC DITATA AN… ET HIC TRASLATA AN… UBI ORABIT SACERDOS PRO PECCATIS POPULI.
La cappella del Rosario risale al primo ’700, il cui registro delle messe inizia dal 1741. San Giovanni si trova al centro del paese, mentre San Antonio si trova fuori dell’abitato.
Il culto speciale oggi è rivolto a San Rocco di Montpellier.
Note